QUESTO (NON) È UN DOCUMENTO POLITICO
Il primo Pride fu rivolta.
Ce l’hanno insegnato le ragazze dello Stonewall Inn.
Quel giorno del ‘69 abbiamo rialzato la testa e non siamo più tornate indietro.
Sappiamo da dove veniamo, sappiamo cosa vogliamo.
Sogniamo una società diversa, libera e laica, un mondo nuovo e possibile.
Siamo ovunque. Siamo persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non
binarie, genderfluid, drag queen e drag king, siamo tutte le favolose identità di una comunità variegata.
Siamo persone non bianche, sierocoinvolte, povere, persone con disabilità, sex worker, migranti, rom,
sinti e caminanti.
Vogliamo tutto, pretendiamo l’impossibile e lotteremo per ottenerlo.
Sappiamo che la lotta per la libertà di essere ciò che vogliamo è una lotta collettiva.
Siamo al fianco di tutte le persone oppresse, emarginate e discriminate per cambiare un sistema
politico ed economico che punta a dividerci e a metterci gli uni contro gli altri.
Siamo parte del movimento femminista, per un mondo senza prevaricazione e violenza maschile.
Siamo trans-femministe, perché i nostri corpi sono tutti giusti e vanno tutelati, i tentativi di
patologizzarli e inscatolarli in categorie predefinite no.
Siamo antifasciste, perché il nemico cambia volto ma non il suo bersaglio: noi.
La nostra idea di società non ha muri né confini e si fonda sulla libertà di movimento per chiunque.
Crediamo nella cooperazione, nel pacifismo, nella solidarietà tra popoli e persone.
La politica è partecipazione dal basso. Attraverso un’alleanza tra tutte le persone escluse
vogliamo costruire comunità egualitarie e solidali in cui nessuna persona venga lasciata indietro.
La nostra casa è il mondo intero, le nostre relazioni e le nostre famiglie sono tante, diverse e non
possono essere ignorate. Per noi la genitorialità è una scelta che deve essere accessibile e che non si
basa esclusivamente sul legame biologico: è un percorso di amore e un’assunzione di responsabilità
che devono essere legalmente riconosciuti a prescindere da orientamento sessuale e identità di genere
dei genitori e dal modo in cui le figlie e i figli vengono al mondo.
Ce l’hanno insegnato le ragazze dello Stonewall Inn.
Quel giorno del ‘69 abbiamo rialzato la testa e non siamo più tornate indietro.
Sappiamo da dove veniamo, sappiamo cosa vogliamo.
Sogniamo una società diversa, libera e laica, un mondo nuovo e possibile.
Siamo ovunque. Siamo persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non
binarie, genderfluid, drag queen e drag king, siamo tutte le favolose identità di una comunità variegata.
Siamo persone non bianche, sierocoinvolte, povere, persone con disabilità, sex worker, migranti, rom,
sinti e caminanti.
Vogliamo tutto, pretendiamo l’impossibile e lotteremo per ottenerlo.
Sappiamo che la lotta per la libertà di essere ciò che vogliamo è una lotta collettiva.
Siamo al fianco di tutte le persone oppresse, emarginate e discriminate per cambiare un sistema
politico ed economico che punta a dividerci e a metterci gli uni contro gli altri.
Siamo parte del movimento femminista, per un mondo senza prevaricazione e violenza maschile.
Siamo trans-femministe, perché i nostri corpi sono tutti giusti e vanno tutelati, i tentativi di
patologizzarli e inscatolarli in categorie predefinite no.
Siamo antifasciste, perché il nemico cambia volto ma non il suo bersaglio: noi.
La nostra idea di società non ha muri né confini e si fonda sulla libertà di movimento per chiunque.
Crediamo nella cooperazione, nel pacifismo, nella solidarietà tra popoli e persone.
La politica è partecipazione dal basso. Attraverso un’alleanza tra tutte le persone escluse
vogliamo costruire comunità egualitarie e solidali in cui nessuna persona venga lasciata indietro.
La nostra casa è il mondo intero, le nostre relazioni e le nostre famiglie sono tante, diverse e non
possono essere ignorate. Per noi la genitorialità è una scelta che deve essere accessibile e che non si
basa esclusivamente sul legame biologico: è un percorso di amore e un’assunzione di responsabilità
che devono essere legalmente riconosciuti a prescindere da orientamento sessuale e identità di genere
dei genitori e dal modo in cui le figlie e i figli vengono al mondo.
Per noi famiglia significa crescere, imparare, divenire, autodeterminarsi.
Le nostre famiglie sono anche i luoghi in cui scegliamo di vivere, quelli in cui lottiamo
quotidianamente, gli spazi sociali autogestiti, le comunità a cui apparteniamo, le persone che ci
circondano e con cui instauriamo rapporti paritari e di reciproco aiuto.
Le nostre vite valgono. Vogliamo piena tutela per la nostra salute e libero accesso alle cure e ai
farmaci necessari a un’esistenza felice e dignitosa.
Crediamo sia necessario lavorare e lottare per difendere il nostro pianeta, la casa in cui viviamo, e
difendere i beni comuni.
Vogliamo conoscere e comprendere il mondo, per costruirne uno migliore, nuovo, più grande
attraverso saperi liberi e istruzione gratuita e di qualità.
Siamo la speranza di un domani di giustizia sociale,
siamo il megafono di tutte le persone invisibili,
siamo l’imprevisto di una Storia già scritta da altri e che vogliamo cambiare.
Vogliamo decidere sui nostri corpi, sui nostri desideri e sulle nostre vite.
Sogniamo una rivoluzione possibile.
L’8 giugno torneremo ad invadere le strade di Roma.
Sappiamo da dove veniamo, sappiamo cosa vogliamo: nostra la storia, nostre le lotte.
Le nostre famiglie sono anche i luoghi in cui scegliamo di vivere, quelli in cui lottiamo
quotidianamente, gli spazi sociali autogestiti, le comunità a cui apparteniamo, le persone che ci
circondano e con cui instauriamo rapporti paritari e di reciproco aiuto.
Le nostre vite valgono. Vogliamo piena tutela per la nostra salute e libero accesso alle cure e ai
farmaci necessari a un’esistenza felice e dignitosa.
Crediamo sia necessario lavorare e lottare per difendere il nostro pianeta, la casa in cui viviamo, e
difendere i beni comuni.
Vogliamo conoscere e comprendere il mondo, per costruirne uno migliore, nuovo, più grande
attraverso saperi liberi e istruzione gratuita e di qualità.
Siamo la speranza di un domani di giustizia sociale,
siamo il megafono di tutte le persone invisibili,
siamo l’imprevisto di una Storia già scritta da altri e che vogliamo cambiare.
Vogliamo decidere sui nostri corpi, sui nostri desideri e sulle nostre vite.
Sogniamo una rivoluzione possibile.
L’8 giugno torneremo ad invadere le strade di Roma.
Sappiamo da dove veniamo, sappiamo cosa vogliamo: nostra la storia, nostre le lotte.