l’8 giugno il Roma Pride tornerà a invadere le strade della Capitale. Lo farà in un anno molto significativo per la nostra storia.
Quest’anno, infatti, è un anno di ricorrenze fondamentali per i movimenti LGBT+ in Italia e nel mondo. Festeggeremo i 50 anni dai moti di Stonewall del 1969, la ribellione della comunità LGBT+ di New York contro i soprusi e le violenze della polizia e contro le discriminazioni che subivano quotidianamente.
Quella rivolta diede il via ai Pride, manifestazioni dell’orgoglio LGBT+ che da allora si svolgono in tutto il mondo in ricordo di quella favolosa notte rivoluzionaria.
Festeggeremo anche i 25 anni dal primo Pride unitario in Italia, tenutosi a Roma nel 1994 e che ha dato il via al movimento dei Pride italiani, cresciuto di anno in anno fino ad arrivare agli oltre 30 pride che sfileranno quest’anno per le strade di tante città italiane.
Per celebrare questi momenti abbiamo scelto di incentrare la nostra comunicazione su quattro colonne portanti della nostra storia. Abbiamo scelto di affidarci alla matita di un giovane illustratore di Latina, art-ivista LGBT+ e volontario del Roma Pride: Gionatan Fiondella. Il suo lavoro ha celebrato quattro personaggi fondamentali senza il cui impegno oggi il Roma Pride non esisterebbe.
Sylvia Rivera, Marsha P. Jonhson e Stormè DeLarverie, che diedero vita ai moti di Stonewall, e Andrea Berardicurti, alias La Karl Du Pignè, attivista storico del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e tra le ideatrici del Pride di Roma del 1994 che, purtroppo, ci ha lasciate a settembre dello scorso anno.
“La nostra storia e le nostre lotte del passato sono la bussola per il nostro impegno nel presente e nel futuro” dichiara Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride.
“In un momento storico di incertezza politica e di crescita esponenziale dei discorsi di odio – continua Secci – riscoprire le nostre radici ci dà la forza di continuare a lottare. Non solo ‘contro’ chi vuole ridurre spazi di libertà e solidarietà tra le persone, ma anche e soprattutto ‘a favore’ di una società diversa che, da anni, costruiamo giorno per giorno dal basso”.
“L’esempio di Sylvia, Marsha, Stormè e della Karl è il combustibile che deve contribuire a mantenere viva la fiamma della rivolta contro le discriminazioni e l’ingiustizia. A queste favolose persone dedichiamo il nostro Pride, perché senza di loro noi probabilmente non saremmo qui oggi, senza il loro sacrificio questo Paese e il mondo intero sarebbero un po’ meno liberi, un po’ meno felici e un po’ meno arcobaleno”.