1967
Jin Xing nasce nel 1967 nella regione della Manciuria. Vuole ballare, disperatamente, tanto che a 9 anni comincia uno sciopero della fame affinché i genitori acconsentano lezioni di danza. Il suo talento è così alto che finisce a studiare nell’accademia dell’esercito popolare di liberazione. È il prezzo che la Cina chiede per coltivare i suoi talenti.
E così in accademia Jin Zing studia la danza e si forgia nella disciplina, studia le piroette insieme all’uso degli esplosivi. A 17 anni ottiene un premio come miglior ballerino della Cina e durante la premiazione deve ballare come fosse a una parata militare. Due anni dopo vince una borsa per l’America, dove studia con le più grandi figure della danza moderna e scopre che può liberare le proprie emozioni sul palco.
Be yourself. That’s the most important thing. Be yourself and at the same time, coordinate with your surroundings, dancing together, breathing together with other people – that’s a good dancer. Don’t lose yourself to become a part of a group.
Gira il mondo con prestigiose compagnie, arriva a Roma, impara l’Italiano e compra casa in Puglia, poi si trasferisce a Bruxelles e impara il francese. In Cina è una celebrità, ottiene il grado di colonnello pur non esercitando la professione militare. Nella costante ricerca di una migliore versione di se stessa, nel 1995 fa il suo coming out come persona transgender. Evidentemente consapevole del suo status privilegiato di orgoglio nazionale, affronta la transizione in Cina, diventando la prima figura pubblica ad affrontare l’intervento per la riattribuzione del sesso e ottenere una nuova identità.
I saw doctors in the West, but I needed to go back to China. I wanted to be close to my mom because the first life she gave me, I was born as Chinese. So the second time I gave myself a birth again, I wanted it to be in China, too. I’m Chinese. I can live in New York, I can live all over, but I am Chinese.
L’intervento dura 16 ore e la lascia quasi paralizzata a una gamba. Ma niente può fermare la sua rinascita, quattro mesi dopo è di nuovo sul palco, a Pechino, finalmente come donna.
It was January 1996. I’ve never cried onstage, but that time I cried when I took the final bow. I was thinking, ‘Yes, I got back my stage and I’ve got back my leg.
La vita di Jin Xing è una vita di conquiste e compromessi, come quando nel 1990 ha sposato in America una donna per ottenere la green card, divorziando nel 2000, oppure quando nel 2016 ha dovuto divorziare ufficialmente dal marito tedesco, sposato in seconde nozze nel 2005, per assicurare ai tre figli adottivi i diritti che gli sarebbero stati negati in quanto “immigranti”, secondo le leggi sul controllo demografico.
Dopo un’esperienza come giudice in un talent show televisivo, trova anche il successo televisivo con un dating show da milioni di ascolti, non privo di polemiche perché consente alle famiglie dei concorrenti di combinarne l’incontro, un po’ come i matrimoni combinati, una tradizione bandita ma ancora attuale in molte regioni della Cina.
Quella di Jin Xing, che vuol dire “stella d’oro”, è una vicenda unica, uno strappo alla regola.
Con queste storie di orgoglio, il nostro intento è quello di presentare personaggi LGBTQ+ che hanno squarciato il velo, che hanno rotto le barriere e che hanno fatto della propria visibilità una possibilità di realizzazione. Per fare questo si possono percorrere due vie, quella progressista, che tenta di scardinare un sistema di privilegio dalle sua stesse fondamenta, e quella conservatrice, che sfrutta il sistema per giungere all’obiettivo. Jin Xing appartiene senza dubbio a questa seconda sfera, amata e popolare in una Cina in cui però la vita delle persone transgender è sempre appesa a un filo molto sottile. E che forse aspettano ancora che arrivi l’icona della loro liberazione.