Karine Jean-Pierre

1977

Wall of Pride - Karine Jean-Pierre

1977

It’s a real honor to be standing here today. I appreciate the historic nature, I really do. But I believe that being behind this podium, being in this room, being in this building, is not about one person. It’s about what we do on behalf of the American people. Clearly the president believes that representation matters, and I appreciate him giving me this opportunity, and it’s another reason why I think we’re all so proud that this is the most diverse administration in history.

Con queste parole lo scorso 21 maggio Karine Jean-Pierre ha introdotto il briefing nella sala stampa della Casa Bianca, la prima volta per una donna nera, lesbica e figlia di immigrati. Ed è solo l’ultimo di una lunga serie di traguardi record. Prima di arrivare alla Casa Bianca di Biden, Jean-Pierre è stata a capo dello staff della vicepresidente Kamala Harris durante la sua campagna elettorale. Secondo Out, è stata “la prima persona di colore e la prima lesbica dichiarata a ricoprire una carica così alta per un candidato alla vicepresidenza”. In seguito all’elezione di Biden, Jean Pierre è vice segretaria stampa nello staff della comunicazione tutto al femminile del presidente Biden e capo dello staff di Kamala Harris.

I have always tried to be as true and as honest as I could be, in who I am, in everything I represent. I’m a queer woman. I’m a Black woman. I’m an immigrant woman. I am all of these different things, and it’s always been very important for me to give voice to that and to be true to myself.

Nata in Martinica nel 1977 da genitori haitiani in fuga dalla dittatura di Duvalier, la famiglia si trasferisce nel 1982 a New York, più precisamente nel Queens dove vive una grande comunità haitiana. Il padre, ingegnere, sbarca il lunario come tassista, la madre è una badante. Karine è la più grande dei tre figli e su di lei cade la responsabilità di badare a fratello e sorella. A 16 anni fa coming out con sua madre, durante un periodo molto doloroso per via delle discriminazioni subite sia come nera che come lesbica, tanto da pensare al suicidio. Si salva per via dei suoi forti ideali di giustizia, nel 2003 si laurea in Affari pubblici e internazionali alla Columbia. Racconta che frequentare quel corso, a New York, dopo il 2001 le dà la spinta necessaria per trovare la sua passione politica: integrazione e opportunità.

As a Black gay immigrant who comes from a working-class family, I know that America hasn’t always worked for everyone. And I know that America still doesn’t work for everyone. The truth of the matter is we have a long way to go. But that’s what I’m working toward: mobilizing people around this shared vision of what an America that works for everyone could look like — and then making it happen.

È ben consapevole, da donna, nera, lesbica e figlia di immigrati, appartenente alla working class e residente nel Queen, che la lotta al privilegio è l’unica strategia per far brillare di nuovo il sogno americano. E così si impegna e si fa notare nella campagna presidenziale di Obama nel 2008. Poi diventa docente, analista politica per la NBC e la MSNBC, e dal 2016 anche portavoce e senior adviser per la piattaforma MoveOn.org.

If a queer female immigrant could find success in politics then so can you.

Wall precedente
Keith Haring
Wall successivo
Jin Xing