1960
Tenete sempre l’amore per le persone vicine, perché è anche con l’amore che si vincono le battaglie. Amatevi sempre.
Nel 1991 ha dato vita alla prima Associazione in Sardegna per la difesa dei diritti degli omosessuali.
Ha da sempre messo la faccia in tutte le battaglie che ha portato avanti nella sua vita, per ultima quella contro il cancro che l’ha portata via prematuramente.
Un carattere forte, energico e prorompente che ti metteva nelle condizioni di amarla o odiarla ma, in ogni caso, di riconoscerle una onestà intellettuale che poche persone hanno mai mostrato.
La sua storia, le battaglie che ha portato avanti, l’anno resa la Mamma della comunità LGBT+ cagliaritana e isolana.
E come una mamma spesso sa fare, lei è riuscita a difendere una comunità anche quando ha dovuto affrontare skinheads e omofobi che si presentavano armati delle peggiori intenzioni.
Laura Grasso era conosciuta in tutta Italia anche grazie ad alcuni passaggi televisivi, quando erano ben poche le donne e gli uomini che venivano chiamati a raccontare la loro storia, nel suo caso di lesbica orgogliosa e tenace, e lo fece in prima serata su Rai1.
Fu anche nell’organizzazione del primo Pride che si tenne a Roma.
Nel suo ultimo discorso pubblico, in occasione del Sardegna Pride del 2019, chiese ai presenti di tenere sempre presente l’amore, per le cose che si fanno così per le persone che si hanno vicine. Perché con l’amore si sarebbero vinte le battaglie.
A lei e alle battaglie che ha portato è dedicata la panchina Rainbow inaugurata lo scorso 17 maggio nel Comune di Quartu Sant’Elena (Ca).